“Casa dei diritti delle donne” (casa rifugio con indirizzo segreto)

08/05/2014

Nel 1998 -99  Giraffa Onlus si è dotata della prima casa rifugio, in virtù di quanto previsto dall’art. 18 del T.U. sull’immigrazione. A tanto ha potuto accedere mediante i finanziamenti, a seguito di bando emanato dalla C.E nell’ambito dei fondi Dafne. Il primo progetto intitolato “Cabiria”, finanziato dalla Commissione Europea, con il cofinanziamento di Telenorba e la partnership di Radionorba, Associaciò Dones Periodistes de Catalunya (Barcellona), Forum delle donne albanesi (Tirana), Associazione Orlando di (Bologna), era rivolto alle donne vittime di tratta a fine di sfruttamento sessuale. Nell’ambito di questo progetto, l’Associazione ha realizzato dei video che venivano mandati in onda sia in Albania che in Italia, per comunicare alle famiglie albanesi che le proprie figlie, affidate a sedicenti fidanzati, venivano in Italia per realizzare un sogno che puntualmente veniva infranto poiché costrette a prostituirsi. A seguito di questi video molte sono state le telefonate giunte in associazione da parte di famiglie albanesi che cercavano le proprie figlie di cui avevano nel frattempo perso le tracce.

Questo progetto è stato rifinanziato tutti gli anni successivi dal Ministero per le Pari Opportunità e successivamente dal Dipartimento per le pari opportunità e si intitolava Domus novae vitae . Da allora Giraffa Onlus ha dato accoglienza alle donne vittime della tratta, aiutandole ad uscire dalla loro condizione di schiavitù, fornendo alle donne assistenza legale, psicologica, medica e integrazione socio lavorativa, lavorando in rete con tutte le associazioni che si occupano della tratta delle donne a fine di sfruttamento sessuale, lavorativo e, comunque, legate alle fattispecie di reato. Dal 22.12.2011  il progetto è portato avanti con altri enti gestori e, segnatamente,  Cooperativa Oasi II, Associazione Micaela Onlus e si chiama Aleida Domo Vitae Novae, attualmente in corso.

Da questa esperienza fatte con le ospiti di diverse etnie all’interno della casa è nata l’idea di intitolare la casa rifugio, situata in località protetta, “Casa dei diritti delle donne”. Tanto perché nel corso dell’elaborazione dei traumi dovuti alle violenze agite, la donna riacquista la propria autonomia ed autodeterminazione riconoscendo pertanto i diritti che precedentemente erano stati erosi.

La “Casa dei diritti delle donne”  è ubicata in un immobile confiscato alla criminalità organizzata che il Comune di Bari ha assegnato nell’anno 2011  all’associazione divenuta vincitrice del bando. Dal 2011 l’Associazione, quindi, sperimenta nella casa dei diritti delle donne la contestuale coesistenza di donne vittime di tratta e donne vittime di violenza inframiliare, utilizzando diverse tipologie di azioni comunque interconnesse fra di loro con modalità diversificate nel rispetto dei diversi bisogni. Le ospiti molto spesso sono mamme con minori.
Le figure professionali presenti nella casa sono: la coordinatrice, le psicologhe, le operatrici, le addette ai laboratori per le donne e per i minori e la mediatrice culturale.
Alle ospiti viene garantita anche l’assistenza legale in virtù di un protocollo che l’associazione ha stipulato nel 2006 con il Comitato Per le Pari Opportunità dell’Ordine degli avvocati di Bari.