Corso per le competenze trasversali – Seconda edizione

03/03/2023

Presentato a Bari il Corso per le competenze trasversali. Dieci seminari, all’Università di Bari, per arrivare alle radici della violenza.

Per il secondo anno consecutivo è stato organizzato dall’Università di Bari in collaborazione con il CISGuG – Centro Interdipartimentale di Studi sulle Culture di Genere, l’APS G.I.R.A.F.F.A. Onlus e la Regione Puglia, il Corso per le competenze trasversali: dieci seminari per capire quanto sia importante acquisirle al fine di riconoscere e sostenere le vittime di violenza.
Un corso necessario visti anche i numeri diffusi da G.I.R.A.F.F.A.:
per il 2022 si parla di 113 chiamate e 98 prese in carico (4 donne in casa di semiautonomia, 5 in casa rifugio). Numeri in crescita se pensiamo che per il 2023 – in soli 2 mesi – si registrano già 18 chiamate con 15 prese in carico (2 gli inserimenti in casa rifugio).
Il primo dei dieci seminari in programma riporta proprio il titolo del Corso: “Violenza di genere. Vecchie e nuove vulnerabilità tra cambiamento culturale, sanità e diritti”.

Il corso diretto dalla prof.a Francesca R. Recchia Luciani, prenderà il via venerdì 3 marzo e durerà sino al 12 maggio 2023. Dieci appuntamenti che racconteranno delle rappresentazioni della violenza di genere, di diritto, famiglia, maltrattamento e abuso sui minori, di Codice Rosso e Riforma Cartabia, della salute delle donne e di violenza ostetrica, di maschilità e violenza, di rivoluzioni femministe e alleanze di genere, di linguaggio di genere e discorsi d’odio, della violenza dell’androcentrismo e delle parole sulle donne anziane, dei diritti violati delle persone LGBTQI+, della tratta delle donne e dei corpi invisibili.
Insomma la violenza indagata in ogni sua forma per comprenderne le radici e le forme in cui si manifesta.

Il Corso è rivolto a chi entra in contatto con le vittime nelle strutture ospedaliere, nei centri antiviolenza, nelle case rifugio e nei centri donna, ma anche a docenti, educatori ed educatrici, assistenti sociali, psicologi e psicologhe, giornaliste e giornalisti, personale delle forze dell’ordine, avvocati e avvocate, magistrati e magistrate, perché serve a rafforzare le competenze utili a prevenire e contrastare la violenza di genere.
Il fine del corso è anche quello di decodificare i processi attraverso cui si alimenta la violenza e apprendere quelle pratiche educative necessarie per decostruire gli stereotipi sessisti per diffondere una cultura paritaria e alimentare la costruzione di relazioni interpersonali fondate sul rispetto reciproco e sulla parità tra tutti i generi,

“La violenza sulle donne – ha dichiarato Grazia Paola Nicchia, prorettrice dell’Università degli Studi “Aldo Moro” – è una questione sociale che richiede l’attenzione e l’azione di tutti: amici, famiglia, colleghi, datori di lavoro, comunità. Le Università hanno già da tempo avviato un lavoro duro, lento e capillare per combattere gli stereotipi. Un lavoro che non può che realizzarsi all’interno di quelle che sono le missioni dell’Università che sono la ricerca, la didattica e la terza missione. Rafforzare le competenze di chi si occupa di vittime di violenza è un’arma di prevenzione fondamentale”.

Il corso, che prevede anche un ciclo di 4 film all’Anchecinema, vede la partecipazione della Procura di Bari, dell’Ordine degli avvocati di Bari, e del CROAS – Ordine degli Assistenti Sociali Consiglio Regionale della Puglia.

“Le vulnerabilità legate alla violenza di genere – ha sostenuto Francesca R. Recchia Luciani, direttrice del corso, responsabile linea d’azione sulle questioni di genere dell’Università di Bari e Coordinatrice del Centro interdipartimentale di studi sulle culture di genere UniBa – sono l’espressione di una forma di oppressione, che grava sulle donne e sulle soggettività minoritarie, contro la quale i centri antiviolenza sono schierati da decenni per impedire e contrastare fenomeni che creano grave allarme sociale. La prevenzione in questo campo è un compito culturale di prim’ordine. Per questo l’Università di Bari è impegnata da tempo nel cambiamento strutturale del paradigma patriarcale da cui quella violenza discende. È una battaglia che va condotta insieme, Università e CAV, in percorsi di formazione che incidano concretamente”.

Le ricadute concrete hanno spinto le organizzatrici e gli organizzatori a mettersi in gioco nell’elaborazione di questo corso che richiama a Bari, esperti, giornalisti e studiosi da tutta Europa.”

“Anche quest’anno – ha affermato l’avvocata Maria Pia Vigilante, presidente di G.I.R.A.F.F.A. Onlus – insieme con la Regione, abbiamo deciso di ripetere questo percorso che coinvolge direttamente l’Università di Bari, perché lo riteniamo un momento formativo importantissimo. Anche per questo il corso è rivolto a tutt* gli/e student* per una preparazione integrata in questa materia e per superare un approccio neutro della violenza maschile sulle donne. Peraltro si impone anche una rivisitazione della normativa in sede civile e penale alla luce della riforma Cartabia che investe tutt* gli/le operatori e operatrici del diritto. L’estensione del corso anche al mondo sanitario ha lo scopo di inquadrare la formazione multidisciplinare come risorsa strategica per decodificare la violenza maschile e accogliere le donne sole e con figli. Questo percorso pugliese, che vede insieme Università e centri antiviolenza, unico in Italia, è stato mutuato da altre Università come buona prassi”.

“È davvero importante – ha detto l’assessora al Welfare della Regione Puglia, Rosa Barone – la finalità di questo corso ovvero comprendere a fondo il problema legato alla violenza di genere nella sua totalità e nella sua logica trasversale come approccio utile e necessario per prevenirlo e contrastarlo. Il corso mira anche a rafforzare le competenze di una moltitudine di figure professionali che gestiscono quotidianamente le vicende legate alla violenza di genere e che ringrazio per il lavoro costante svolto. Come assessorato al Welfare abbiamo messo in campo diverse misure a supporto delle donne, e dei minori, vittime di maltrattamento e violenza così come evidenziato con il V Piano Regionale delle Politiche Sociali attraverso le 7 aree strategiche di attenzione e intervento”.

“Riflettere sulla violenza di genere – ha aggiunto il Procuratore di Bari Roberto Rossi – è estremamente importante perché non si può ritenere che possa essere risolta la violenza sulle donne solamente attraverso la repressione, ma occorre una formazione culturale di tutti gli operatori. Per questo la Procura interviene in questo corso, per sollecitare un’ampia riflessione culturale sul punto”.

“La formazione – secondo Francesca Bottalico, assessora al Welfare del Comune di Bari – rappresenta insieme agli strumenti di tutela, accompagnamento e protezione delle donne, un aspetto fondamentale per aggredire il fenomeno della violenza di genere. La presenza qualificata di operatori e volontari nei servizi territoriali pubblico privati socio sanitarie ed educativi e nelle forze dell’ordine, permette di contribuire all’emersione di un fenomeno complesso e spesso invisibile, consentendo di acquisire competenze di base per accogliere e orientare in maniera tempestiva le donne, offrire un contesto di fiducia nella fase più delicata della segnalazione. In questa direzione in questi anni abbiamo lavorato su tutti i livelli, per mantenere costante questo impegno politico e finanziario e favorire la costruzione di linguaggi, procedure, percorsi comuni tra territorio e istituzioni. La formazione che oggi presentiamo, e la prossima che presenteremo nelle prossime settimane sempre con l’Università di Bari che ringrazio personalmente, insieme alla Regione Puglia e all’associazione Giraffa e a tutta la rete territoriale che direttamente ha programmato l’evento”.

“L’avvocatura – ha ribadito Alessandro Russi, vicepresidente dell’Ordine degli Avvocati di Bari – è chiamata ad una profonda riflessione su questo fenomeno. La violenza sulle donne è una piaga sociale nella quale la figura dell’avvocato garantisce l’affrancamento da una condizione di terrore. È necessario un mutamento culturale per ridurre il fenomeno. Gli avvocati sono chiamati non solo alla conoscenza delle norme specifiche, ma anche alla formazione specialistica e interdisciplinare”.

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