Le Città invisibili 2006 – 2014

07/05/2014

L’associazione gestisce con altri Enti attuatori e, cioè, con la  Cooperativa Oasi 2, Micaela Onlus e Caps, il progetto città invisibili, il cui Ente promotore è la Regione Puglia. Il progetto mira a contrastare la tratta degli esseri umani e si denomina “ Le Città invisibili”. Le città invisibili è un progetto che la Regione Puglia realizza insieme a quattro organizzazioni del privato sociale, con competenze specifiche ed iscritte alla seconda sezione del registro nazionale degli enti che lavorano nell’ambito delle migrazioni, di cui Giraffa Onlus fa parte dal 1999. Il progetto, co-finanziato dalla Regione, è promosso dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri ai sensi dell’art.13 L.228/2003.
Il progetto LE CITTA’ INVISIBILI, avviato nel 2007, quando per la prima volta il DPO pubblicava il bando ai sensi dell’art.13 della L L.228/2003, ancora oggi, valorizzando la rete e gli interventi già esistenti sul territorio regionale in riferimento all’applicazione dell’ex art.18 del D.Lgs. n.286/98 e realizzati dagli enti autorizzati in sinergia con molteplici soggetti, nonostante i pesanti tagli che, in linea con le politiche di smobilitazione del welfare, ogni anno rendono più “leggeri” gli interventi ( e paradossalmente più invisibili) continua a promuovere interventi che abbiano come obiettivo preliminare e generale quello di avviare processi di sensibilizzazione atti ad accrescere la consapevolezza collettiva sulla tratta di persone, attraverso la pratica dell’accoglienza, fatta non solo di ospitalità abitativa ma anche di una imprescindibile rete di servizi di orientamento, consulenza, pronto intervento, mediazione, capace di rendere concretamente esigibili i diritti ad una vita dignitosa di tutte le persone.
Nello specifico il progetto vede la declinazione concreta di due focus: accoglienza in dimore protette per persone, donne e uomini vittime di tratta, che necessitano di un’accoglienza sicura che si declina anche in assistenza sanitaria, orientamento e accompagnamento legale e l’inizio di percorsi psico – pedagogici funzionali all’elaborazione dei vissuti, spesso traumatici, e alla ri-elaborazione del proprio progetto migratorio;  lavoro territoriale per facilitare l’emersione della richiesta di aiuto attraverso l’attivazione di drop in e unità di strada, oltre che attraverso l’attivazione di uno sportello informativo nel CARA di Bari.
Un lavoro a bassissima soglia o a soglia zero tutto incentrato, nella logica della riduzione del danno, all’incontro con potenziali vittime di tratta ridotte in schiavitù.
Il lavoro di strada è costituito di fatto da diverse fasi di lavoro: la mappatura, l’aggancio e il mantenimento della relazione.
La condizione di riduzione in schiavitù, naturalmente, è condizione presumibile degli utenti dell’uds: il lavoro degli operatori di strada è dunque rivolto a creare condizioni favorevoli all’instaurazione di relazioni significative, anche offrendo informazioni di tipo sanitario e legale, opportunità di orientamento e accompagnamento ai servizi del territorio, senza necessariamente esplicitare l’opportunità di fuga e protezione per chi fosse in condizione di schiavitù, ma creando tutte le condizioni necessarie perché tale richiesta di aiuto possa esplicitarsi e ricevere sostegno adeguato da altri operatori (le equipe e i servizi di accoglienza attivati dallo stesso progetto, ma anche dalla rete degli altri progetti sia ai sensi dell’art 13 della L. 228/2003che dell’art 18 del T.U. sull’immigrazione).
L’obiettivo fondamentale di questo lavorare in “incognito” rispetto alla fuga, nella logica della riduzione del danno applicata a questo.
“LE CITTA’ INVISIBILI” è un progetto che intende declinare la parola accoglienza come progetto sociale e culturale attraverso la pratica della cura di donne e uomini che, già vittime di traffici criminali internazionali, hanno incontrato una Puglia ostile e complice.
Gli interventi di lotta alla tratta e allo sfruttamento sessuale e lavorativo di persone immigrate rimangono una priorità assoluta per i nostri territori che registrano una persistenza del fenomeno, se non un aumento di esso; è un fenomeno inquietante che pervade le nostre città visibili in modalità che vanno modificandosi (aumentano, per esempio, le situazioni di sfruttamento nei centri abitati, in locali chiusi, persistono le condizioni di disumanità delle vittime di tratta nei campi, nelle campagne, nelle periferie) e che per questo necessitano di una sempre nuova e rinnovata attenzione sinergica e competente.
Un fenomeno quello della tratta ancora presente a macchia di leopardo su tutto il territorio pugliese: su strade a lunga percorrenza cosi come in zone periferiche delle città: è un fenomeno in parte visibile (le donne africane, in massima parte nigeriane lavorano su strada) e in parte invisibile (le donne dell’est spesso rumene giovanissime, lavorano invece anche in door), a volte apparentemente legale rispetto allo status delle vittime (le donne rumene non necessitano di permesso di soggiorno e dunque sono regolari, le africane sempre più spesso hanno un documento di richiedente asilo), a volte drammaticamente illegale (le donne africane sono spesso senza documenti e questo aumenta la condizione di assoggettamento e vulnerabilità).
La rete degli enti che attuano interventi nel settore è attiva senza sosta, interrogandosi costantemente sui cambiamenti del fenomeno nel tempo e provando ad adeguare i servizi in una logica di prossimità sostanziale, di cura della vita e riduziodel danno.

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